Basta poco

Ieri sera ero molto stanco.
Ero fuori a godermi un po’ di vento, faceva quasi freddo. Non riuscivo a decidermi ad andare a dormire. Ero rimasto praticamente solo io fuori.
Ero lì fuori perché, sostanzialmente, sentivo una discreta necessità di “recuperare energie”, dato che ultimamente ne sto bruciando davvero tante.
Mentre ero sulla panca di legno ho guardato verso il mare e, senza troppe pretese di poesia, ho notato che c’erano davvero UN BOTTO di stelle.
30 giugno, esattamente due settimane dopo quel 16 giugno in cui scattai una delle mie foto preferite di sempre, questa qui:

Da lì, prima che potessi accorgermene, il mio cervello è partito per la tangente e senza rendermene conto stavo già aprendo i piedi del cavalletto.

Fare fotografia notturna è sempre stata una delle mie ispirazioni più grandi, la mia prima uscita fotografica con reflex di sempre è risultata una sessione di foto notturne, poggiando la reflex dove potevo, in giro per Pescara.

Da lì più e più volte mi sono trovato con una macchina fotografica su un cavalletto, ad ammirare uno spettacolo di stelle.

E dunque, spente le luci del Trabucco, cavalletto in spalla, mi sono spinto sugli scogli.

L’idea era quella di rifare la stessa foto di quel 16 giugno 2016, per vedere di quanto si fosse effettivamente spostata la Via Lattea.

Da lì mi sono trovato in balìa di quella che è sempre stata una delle mie ispirazioni più grandi.

Restava la stanchezza, restavano il vento e il “quasi freddo”, ma non c’è niente da fare: quando qualcosa “ti chiama”, non c’è condizione che tenga. È semplice, davvero: un obiettivo, una macchina fotografica e un cavalletto. Non ho neanche fatto una prova per l’esposizione: f/2, 15 secondi, ISO 1600 e sto(p). Giusto la messa a fuoco.

E va bene così, senza troppi problemi e senza troppi pensieri.

Mi spostavo in base a ciò che vedevo, non penso di essere stato più di 10 secondi a pensare come scattare ciascuna foto, perché semplicemente non serviva.

Basta poco.

Cheers.